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SCIENZA, FEDE e CULTURA

SCIENZA, FEDE e CULTURA Le pietre del focolare in un dialogo della sera nel contesto del popolo Macua Xirima – Mozambico

Anche questa sera la nonna accende il fuoco, colloca la pentola per la polenta (xima) sopra le pietre del focolare. Mentra aspetta che l’acqua si scaldi, la pentola sente le tre pietre del focolare che conversano tra loro piacevolmente. Lei gia conosce i loro nomi:  una si chiama Scienza, la seconda Fede e la terza Cultura. Di solito è la pentola che sceglie il tema della conversazione. Questa sera la pentola ha proposto di conversare sul banano.

È Scienza, la pietra che per prima prende la parola, perché lei conosce e pretende conoscere tutto di tutto. Subito comincia con solennità e sapienza: “Tra gli scienziati si afferma che da 2000 anni la banana è la dieta base in Africa. Le sue proprietà nutrizionali non sono poche: è un’eccellente fonte energetica, superata solo dalla mandioca in valori di calorie, è da due a tre volte più produttiva dei cereali; ottima fonte di potassio e di vitamina C, povera di ferro e calcio e praticamente priva di proteine e di grassi. È relativamente facile la sua coltivazione, poiché è pianta di produzione perenne; dai suoi rizomi spuntano due fusti che in un tempo tra i 10 e  i 18 mesi producono un grappolo di banane. In Africa si conoscono circa 60 varietà di banani, non esistono in nessun altro luogo all’infuori dell’Africa: è il maggior agglomerato per la diversificazione tra le piante di banano nel mondo, prodotta grazie ad una attenta selezione dell’uomo. Queste sono partenocarpiche, cioè la produzione del frutto avviene a partire dai fiori femminili senza previa fecondazione. Per il fatto di non avere semi, l’energia è tutta incanalata alla massa dello stesso frutto che lo rende molto gustoso come fonte di alimento; senza semi il banano domestico si può riprodure con mezzi vegetativi, il rizoma/radice principale emette germogli cha maturano a misura che il fusto madre muore dopo aver prodotto i frutti.

Tra i biologi si discute circa la ‘culla’ originaria del banano: Asia o Africa? Gli Asiatici propongono l’Asia, ma gli Africani asseriscono che è l’Africa, dato che la diversità di varietà africane supera quelle dell’Asia, come lo testimonia la molteplicità di termini per indicare le varietà e le parti costitutive di questa pianta. Infine i progenitori selvatici del banano non esistono solo in Asia, ma anche in Africa: sono Makokopwiho e Manyipiri che producono semi.

Soddisfatta e orgogliosa, la pietra Scienza conclude la sua spiegazione dicendo: “Mie care colleghe, Fede e Cultura, qui vi ho comunicato tutto quanto si conosce riguardo al banano; sì potete essere certe che non ho dimenticato nulla, sono cosciente di aver esaurito il tema in tutte le sue componenti. Dovete sapere che la scienza non scherza: investiga e analizza tutto, e arriva infine a risultati definitivi e indiscutibili: non vi sembrano esaurienti? Sono certa che le mie due colleghe non hanno nulla da aggiungere alla mia relazione”.

Irritate per l’arroganza e la superbia della pietra Scienza, le altre due cominciarono ad agitarsi fino a mettere in pericolo la stabilità della pentola che subito intervenne dicendo:” Mie signore, state attente, altrimenti mi catapultate!”.

Ristabilito l’equilibrio della pentola, la pietra Fede chiede la parola:” Mia collega Scienza, complimenti per gli innumerevoli dati scientifici che ci ha condiviso, ma lei si è limitata a presentare dati e constatazioni mescolati a dubbi e opinioni che hanno il valore e la consistenza del vento. Soprattutto lei non ha nemmeno sognato di indicare la causa genetica, o l’architetto creatore che ideò il banano. Ora, lei Scienza, sa molto bene che nel campo scientifico tutto avviene per applicazione della legge di causalità: se non piove, (causa), non germina nulla (effetto); così, se non si semina, non si miete nulla, ecc. Lei perciò ha dimenticato l’altra faccia della medaglia del banano, limitandosi a presentarci la sua parte visibile, superficiale, orizzontale, ma l’altra, invisibile, profonda e verticale com’è? Chi è? Perché sarà che il banano è partenocarpico, si riproduce cioè, senza fecondazione? Certamente non si fece da sé in questo modo, ma ci fu Qualcuno che lo fece tale, avendo presente il modello sognato e realizzandolo.

Esaminiamo bene questo punto. Veramente, il banano madre è partenocarpico, riproduce solo cloni identici a se stesso, germogli con il medesimo materiale genetico senza perdita di vigore né ricombinazione del codice gentico; da solo può generare tutto e sempre, è ‘eterno’, perenne, anzi, onnipotente. Qui entra in gioco la mia scienza teologica, la mia fede in Dio generatore di tutto e di tutti. In parole semplici e immediate, vedo che il banano è immagine visibile di Qualcuno invisibile e  immenso che può essere solo Dio. Giustamente i nostri antenati Macua Xirima spiegano questo punto invisibile affermando che Dio è come il banano: Dio è madre, è matriarca che dal monte Namuli generò e continua generare tutto e tutti con le sue uniche ed esclusive energie genetiche senza intervento di agenti esterni.

Muluku enká: enayaraxa sopattuxiwa sothene mekhayaru.

Dio è come il banano: genera senza intervento di agenti esterni

 

Muluku kahiyene elupa, mene enká: enèttaka ni anamwan’awe.

Dio non è un macaco solitario, ma un banano che cammina sempre con i figli.

In sintesi, il banano è il tipo/timbro del prototipo che è Dio, suo generatore, e Dio è prototipo, è causa del tipo che è il banano. Collega Scienza, mi sta seguendo? Il banano è una fotografia del fotografo, è il vaso nelle mani della vasaia. Sia la fotografia o il vaso come il fotografo o la vasaia sono inseparabili come gemelli, anzi affermo che il fotografo e la vasaia devono essere menzionati per primi. Lei si è innamorata della fotografia dimenticandosi completamente del fotografo, ha parlato solo della pentola e nulla ha detto di chi la fece. Una conoscenza completa esige menzionare l’effetto e la rispettiva causa”.

La pietra Scienza rispose: “È vero, la collega Fede evidenzia un aspetto che io avevo completamente dimenticato, poiché il metodo scientifico guarda principalmente a quello che si vede e si sperimenta in superficie, non va oltre, al più profondo o al pù alto. Ora vedo che per comprendere bene il banano è necessario tener presente la sua causa, il suo generatore. Grazie! Forse la collega Cultura ha pure qualche cosa da dire per completare la mia descrizione scientifica come pure quella teologica della pietra Fede del focolare”.

La pietra Cultura non vuole lasciarsi sfuggire l’occasione per completare quella conversazione e interviene. Sì, senza dubbio ho anch’io qualche cosa da aggiungere a quanto disse la collega Scienza; forse affascinata dagli innumerevoli dati scientifici attinti dalle sue ricerche, ha dimenticato completamente quanto la collega Fede ha fatto supporre ma senza menzionare. Anch’io voglio ricordare che non esiste nulla generato da Dio senza una sua concreta finalità nel mondo in cui si vive in osmosi e simbiosi.

Nulla si compie senza motivo, come per semplice gioco.

Nella pianta del banano tutto ha un significato e un’ applicazione; ogni sua parte, inferiore, centrale e superiore ha un significato culturale proprio per il mondo xirima. Oltre ad offrire un frutto provvidenziale per l’alimentazione, la pianta del banano è un libro aperto che parla e annuncia messaggi propositivi, insegna ed educa moralmente e civilmente.

Per esempio, il fatto di avere un fusto fascicolato, con guaine sovrapposte che proteggono il midollo, il fusto, ricco di acqua è simbolo della famiglia piccola e, allo stesso tempo è simbolo della famiglia allargata dove sono leggi fondamentali l’aiuto vicendevole, l’alimentazione condivisa, la crescita e il rispetto reciproco, l’osmosi e simbiosi di idee e di azioni.

L’acqua del fusto è garanzia di vita e di proliferazione come il monte Namuli, dal quale scaturisce acqua perenne. Essendo di produzione ‘eterna’, la pianta del banano è simbolo di continuità di tre generazioni: fusto, germogli, rizoma, cioè nonni, genitori, figli.

Il banano è simbolo di energia che non si estingue: muore solo parzialmente il fusto madre, poi germogliano i rizomi, i suoi figli. Per questa ragione il banano diventa, da una parte una farmacia di innumerevoli rimedi difensivi, preventivi, depurativi, una autentica panacea e, d’altra parte, è figura vicaria della vita che parzialmente si immola per generarne un’altra in continuità e successione, instancabilmente.

Sì, mia collega Scienza, il banano non è solo un albero che produce frutti deliziosi di grande valore alimentare, come lei ben disse, dal suo punto di vista biologico.

Sì, mia collega Fede, il banano non è soltanto un dito che indica e manifesta Dio come Matriarca genetica universale del Namuli, come lei affermò dal suo punto di vista teologico.

Il banano, oltre ad essere un coefficente biologico e una dimensione teologica, include un terzo coefficente, è la sua dimensione culturale etica. Sì, è simbolo culturale per il mondo domestico e civile, è modello della famiglia piccola e grande, è specchio della società locale e nazionale, e può essere perfino assunto come paradigma e parametro per un buon governo della patria. Ascoltate bene quello che i nostri antenati effermano e insegnano riguardo a questo tema:

Anamwane antxipale anakaweliwaniparari nimosá nimosá, ti xeni? Inka.

Molti bambini condividono la stessa e unica costola, Che significa questo? Banano e banana.

Ankhwa omwen’aya, ti xeni? Enka.

Muore per la sua autorità suprema, che cos’è? Banano

Otokwene mpuwa mw’enka: khammala’mo mahi.

L’autorità è come il fusto del banano: lì l’acqua non si esaurisce mai

A questo punto la conversazione fra le tre pietre del focolare fu inerrotta, poiché l’acqua nella pentola gia stava dando segni di ebollizione. La nonna cominciò a versare farina nella pentola mescolandola. Subito apparvero tanti nipotini e circondando la nonna aspettarono pazientemente il risultato positivo e costruttivo complementare e supplementare delle tre pietre del focolare chiamate Scienza, Fede e Cultura, che, ansiose di scambiarsi informazioni in un’altra conversazione nella prossima serata, conclusero, sintetizzando ognuna il proprio intervento:

 A Ciência vê analisando,

La Scienza analizza

a Fé liga completando,

la Fede unisce completando

 a Cultura aplica vivendo.

la Cultura applica vivendo

 

Pe. Giuseppe Frizzi, Missionário da Consolata – Centro Xirima, Maúa-Niassa, Moçambique

 centroxirima@gmail.com

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