Suore Missionarie della Hermanas Misioneras de la Irmãs Missionárias da
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Un cuore riconoscente. Dai Diari di Suor Gemma Ida

Aidan è un caro ragazzino di circa 7 anni. Vive on i suoi genitori, quasi al margine del villaggio passando la sua giornata aiutando il papà e i fratelli maggiori a coltivare i campi, oppure a custodire i suoi due fratellini, quando la mamma si reca a raccogliere legna o attingere acqua al fiume.

Un mattino, Aidan si alza triste, ha tanto mal di ventre, diarrea e vomito. Prima cura pratica, praticata dai genitori: digiuno per un giorno. Poi viene portato dallo stregone, il quale gli somministra infusi di erbe, radici senza una dose precisa, con conseguenze disastrose e solo in 5 giorni il piccolo Aidan era ridotto in fin di vita.

Allora i genitori decidono a portarlo dalla suora bianca alla missione di Mgololo, aperta da poco, lontana 20 km dal loro villaggio, sicuri che essa guarirà il loro piccolo Aidan, come guarisce tutti i bimbi e adulti che portano a lei.

Sr. Luigia Limonta, infermiera provetta, tutta cuore e premura e sorriso, accoglie il piccolo veramente grave, inizia la terapia del caso: flebo, acqua zuccherata, ecc. ecc. Raccomanda alla mamma che nessuno somministri qualcosa, altrimenti Aidan sarebbe andato in Paradiso.

La ripresa è lenta, ma dopo 10 giorni di degenza si vedono già i primi risultati, sintomi di miglioramento su quel corpicino tanto sofferente e così, sempre di bene in meglio, fra medicine, cibo, ricostituenti, dopo tre mesi, Aidan è ancora il ragazzino vispo e intelligente che era prima. Durante la sua degenza, Sr Luigia ha dovuto mantenere non solo Aidan, ma anche la mamma e due suoi fratellini, venuti da lontano senza prendere il cibo necessario per la loro permanenza accanto al paziente.  

“Date e vi sarà dato, in misura sovrabbondante” dice Gesù.

Aidan dopo tre mesi di degenza ritorna al suo villaggio Uchindile, il papà non possiede nè mucche, nè capre, nè pecore, solo la mamma qualche gallinella, e il ragazzino ne trova una seguita da qualche pulcino. Che cosa sia passato per la mente del piccolo, vedendo quei pulcini, non si sa. Solo che si presenta alla mamma con una richiesta:

“Mamma, mi regali un pulcino?”

“Cosa ne vuoi fare?”

“Te lo dirò poi”

“Prendilo”

Aidan è felice, sceglie il pulcino con la cresta più grossa, se lo tiene con sé a dormire sulla sua stuoia, va a cercare per lui vermetti, e lo fa parte anche della sua razione di polenta e verdura, e il galletto, con un trattamento così particolare, cresce, si ingrassa con tanta soddisfazione del piccolo Aidan, fino ad un certo punto, però, perché ad un certo momento della crescita il galletto gli mangia tutta la porzione di polenta del suo padroncino.

Un giorno il piccolo, non potendo più sopportare gli stimoli della fame, dice alla mamma:

“Mamma, per favore, mi dai un po’ più di polenta? Perché ho fame”

“Come mai?” replica la mamma. E il piccolo in risposta:

“Non vedi che il galletto è diventato grande, me la mangia tutta lui”.

“Senti” chiede la mamma “ si può sapere che cosa ne vuoi fare del galletto?”

“Cosa ne voglio fare? Portarlo alla Mama Msungu (bianca) del dispensario” dice Aidan “Per dirle grazie che mi ha fatto guarire, ecco che cosa voglio fare”.

La mamma non ha parole, guarda il suo bambino e commossa l’abbraccia:

“Sì, Aidan, avrai una razione più abbondante di polenta e verdure”.

Il galletto ormai è pronto per essere consumato, Aidan con la mamma si avviano al dispensario con la bestiola sotto il braccio, e quindi, dopo 20 km a piedi, a vedere Sr Luigia, il ragazzino le corre incontro, le offre il galletto dicendo:

“Grazie Mama che mi hai guarito”.

Sr Luigia è commossa, accetta, abbraccia il piccolo Aidan, poi si dirige verso la mamma per ringraziarla, ma con un nodo alla gola, la commozione le stronca la parola:

“Sister, ciò che Aidan ha fatto è stato tutto di sua iniziativa, veramente, anch’io sono commossa perché non avrei mai pensato che il bambino arrivasse ad un gesto di riconoscenza come questo”.

Aidan riceve un vestitino ed altri oggetti ancora, è felice del gesto compiuto e portato a termine, e anche dei doni ricevuti. RItorna alla sua casa, alla sua vita normale, purtroppo senza la scuola.

Carissimo Aidan, che il Signore ti conservi sempre un cuore buono e riconoscente, a noi la grazia della disponibilità verso i nostri fratelli tanto bisognosi.

Suor Gemma Ida, mc

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