Suore Missionarie della Hermanas Misioneras de la Irmãs Missionárias da
Consolata

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La suora dalle lacrime in tasca (dai Diari di Suor Gemma Ida)

Vorrei raccontare l’esperienza di Suor Maggiorina, una sorella dal cuore generoso, sempre pronta ad ogni chiamata e non chiamata, e come età più vicina ai 70 che ai 60. Si dice di lei che ha le lacrime in tasca, a portata di mano, tanto che si immedesima nei casi gravi che le portano al dispensario, ma che sovente non c’è più nulla da fare materialmente, ma sovente da battezzare, sacramento quasi sempre accettato da queste care persone, anche adulte.

“Sorelle, statemi a sentire” dice “Alcuni giorni fa passai una giornata molto dura, anche se ne capitano sovente di queste giornate. Parecchi pazienti, anche gravi, per un incidente di macchina, ecc, ecc, e per di più avevo la malaria, ma il Signore mi aveva aiutato a compiere il mio lavoro, coadiuvata naturalmente dal personale, e alla sera ho benedetto quel letto che stava raccogliendomi per il meritato riposo.

“Pensavo di dormire perché i pazienti ricoverati erano già stati sistemati per la notte, poi c’era l’infermiera di guardia, ma non so il perché, il sonno non veniva e per di più sentivo nel cuore un invito ad andare presso un paziente che aveva bisogno spiritualmente.

Perciò mi alzo, passo da una cameretta all’altra dei degenti, dando un sorso di acqua ad un paziente, augurando buona notte ad un altro, coprendo con la zanzariera il neonato… quando fermandomi davanti al paziente per il quale mi ero alzata, mi sentii chiamare se ero proprio io, la suora, o se non stava sognando, tanto quel paziente era emozionato.

“Sì, sono io, la suora, non stai sognando. Hai bisogno?”

“Sì” risponde “chi ti ha mandato da me che non posso dormire finché non avrò manifestato la mia pena a chi mi può consolare, e tu me la puoi dare questa consolazione”.

“Ebbene, se pensi che possa esserti di aiuto, eccomi” rispose Sr. Maggiorina.

“Sì” risponde il paziente “non dimenticarti”.

Il mattino presto il padre si reca dal paziente, più tardi portò a lui il catechismo e il Vangelo, aveva il volto trasfigurato. Che cosa sia passato tra lui e il ministro di Dio durante il colloquio, solo il Signore lo sa. So soltanto che quel paziente prese il Vangelo e il Catechismo e con forza se li mise in bocca dicendo:

“Da troppo tempo ho lasciato di seguire il Signore nelle pratiche cristiane e frequentare i sacramenti, ma ora voglio ritornare, potessi divorare questi due libri che contengono la forza del mio Roho (Spirito) come quando divoro polenta e fagioli che contengono la forza del mio corpo (mwili). Grazie suora”.

I tre giorni che passò ancora all’ospedaletto li passò pregando e leggendo il Sacro Libro. Andò a casa, sembrava guarito, ma poco dopo seppi che Clemens aveva lasciato la terra per il Paradiso.

Vorrei dire a chi legge questa esperienza, specialmente gli ammalati, i sofferenti, che i missionari e le missionarie sono solo strumenti nelle mani di Dio, come i canali dove scorrono le grazie che voi ci ottenete con le vostre sofferenze.

Grazie, aiutateci sempre offrendo a Dio le vostre preghiere, le vostre sofferenze, perché noi possiamo essere dei testimoni autentici dell’Amore Misericordioso di Dio. Noi vi ricordiamo nella preghiera.

Suor Gemma Ida, mc

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